giovedì 20 marzo 2014

Urca!

Il punto, ne La rosa sepolta, è la ricostruzione di un clima storico preciso, di dinamiche sociali (tristemente) verosimili, ma senza il didascalismo giornalistico dei dettagli di cronaca. Il libro è la storia di un desiderio di riscatto dalle macerie post-guerra, un’indagine psicologica su alcuni conflitti interiori, e un’esplorazione attenta dell’evolversi – vitale, difficile, drammatico – di una relazione d’amore minata dalla consapevolezza delle (proprie e altrui) responsabilità.
Matteo Stefanelli studia, ricerca, insegna: è storico e critico di quella forma peculiare di narrazione disegnata che in Italia chiamiamo fumetto, in Francia bd, in USA comics e che in Giappone chiamano manga. Insomma, disegnini e parole disposte sulla tavola. Ha fondato e dirige Fumettologica, nata da poco tempo ma diventata in breve la più importante rivista on line italiana di fumetto.
In un editoriale su Fumettologica ha scritto della rosa, partendo dalle bizzarrie e i limiti di una storia come la nostra, nata per gioco e con mezzi incerti ma portata avanti con grande fiducia verso la forza del narrare, in generale, e del narrare a fumetti, in particolare.
Bhe, la sua recensione si conculde così:
Non intendo dire che La rosa sepolta mi abbia emozionato come Unastoria di Gipi. Ma negli ultimi 3-4 mesi, pochi altri fumetti mi sono parsi sinceramente emozionanti come questi due, diversissimi lavori.
Avete letto bene: la rosa accostata in un confronto emotivo con l'ultimo di Gipi.
 "You've made my day" diremmo se fossimo inglesi. Ma non essendolo, e con più enfasi e sintesi, diciamo così: "Urca!".

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