In Valtellina pioveva nei giorni dopo capodanno. Pioveva tanto. Nella
casa che ci ospitava c'erano però libri, tanti libri. Romanzi, saggi
storici e politici, scritti di femminismo, storia del jazz, storia
locale, fotografia. Una casa-biblioteca di lettori onnivori con una
spiccata propensione catalogatoria da archivisti. Un marchio
generazionale: quello dei baby-boomer iniziati e conquistati
definitivamente alla lettura (o, almeno, all'acquisto di libri, se poi
li abbiano letti veramente tutti non so) nelle spirali della cultura
militante dei movimenti post-68.
In un angolo della grande sala troneggiava poi una piccola libreria. Era là che vivevano i fumetti.
Pochi, certo, rispetto alla massa di
libri presenti nella casa. Come si dice, però: pochi ma buoni. Corto
Maltese (la rivista), Nathan Never (gli epici albi giganti scritti da
Antonio Serra), Ken Parker, Comic Art...
E anche la raccolta in volumi di
una variopinta rivista che non conoscevo. C'è voluto poco per capire
che era una signora rivista: nel primo numero facevano bella mostra Lo
sconosciuto di Magnus, Rapsodia Ungherese di Giardino, Manara e i
racconti surreal-mitologici di Panebarco (Big Sleeping e gli spermatozoi
radiottivi di Apollo: geniale). Una rivista dichiaratamente sghemba,
che tra rubriche un po' improbabili e interviste impossibili (ad esempio
quella di Magnus in Marocco!) dava voce ad un fumetto italiano sì
d'autore ma sempre accessibile. Senza mai rinunciare ad un un minimo
sindacale di avventura.
Orient Express (il titolo stesso a suo modo un manifesto) era una
creatura di Luigi Bernardi, scrittore ed editore di riviste e libri (a
fumetti e non). Un operatore di cultura originale e indipendente che ha
contribuito non poco alle vicende dell'editoria popolare (per quel che vale
l'uso di questo aggettivo) italiana. Ieri mattina a ricordarlo alla
biblioteca di Ozzano dell'Emilia (dove era nato) c'erano anche lo
scrittore sardo Marcello Fois e Vittorio Giardino, a testimonianza della
vastità (e profondità) degli autori che Bernardi ha scoperto, aiutato e
coltivato negli anni.
Oggi che riviste
per crescere non ce ne sono più e l'editoria brucia veloce le sue
carte.
PS il nuovo numero di Scuola di Fumetto ospita un ricordo di Luigi
Bernardi scritto da Laura Scarpa, che poco tempo fa ha postato anche
una bella intervista al nostro che merita più di una lettura (qui).
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