Dove ricercheremo noi le corone di fiori
Le musiche dei violini e le fiaccole delle sere
Dove saranno gli ori delle pupille
Le tenebre, le voci - quando traverso il pianto
Discenderanno i cavalieri di grigi mantelli
Sui prati senza colore, accennando. E di noi
Dietro quel trotto senza suono per le valli
D'esilio irrevocabili, seguiranno le immagini.
Ma il più distrutto destino è libertà.
Odora eterna la rosa sepolta.
Dove splendeva la nostra fedele letizia
Altri ritroverà le corone di fiori.
(La rosa sepolta, F. Fortini, 1944)
Il
titolo del fumetto è ispirato ad una poesia di Franco Fortini, scritta
quando era un giovane partigiano. Fa parte della sua prima raccolta di
versi, Foglio di via, del 1946. Sono poesie nelle quali traspare
l'incertezza, la violenza e il dolore di quei momenti, ma anche il senso di
incipiente riscatto e riconquista della libertà sottratta dalla
guerra e dal fascismo. "Ma il più distrutto destino è libertà. Odora eterna la rosa
sepolta." Per noi la rosa sepolta e l'umanità di Sergio, che rimane
viva, seppur sepolta, anche nell'inferno nel quale è stato costretto a
crescere.
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